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Diversi carismi, un unico Spirito

Il 2 febbraio, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la presentazione di Gesù al tempio, si celebra la Giornata della vita consacrata, istituita da papa Giovanni Paolo II nel 1997. Secondo quanto riportato da dom Giustino Farnedi alla Giornata della vita consacrata dello scorso anno, nella diocesi di Perugia sono presenti 7 monasteri femminili, due maschili e le famiglie Francescane, dei Benedettini, Domenicani, Passionisti, Agostiniani, Barnabiti, Guanelliani e Salesiani, con circa 100 religiosi, in gran parte sacerdoti, e 200 suore. Ci sono dunque ordini contemplativi, ordini di vita attiva dediti all’insegnamento, all’assistenza ai malati, ecc.. Ognuno secondo il proprio carisma, con una diversità che è ricchezza per la Chiesa.

Nella diocesi di Perugia prestano servizio da molto tempo sia le Figlie di San Paolo (le “paoline”), che le Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli. Paoline e vincenziane hanno un carisma apparantemente molto diverso anche se segnato dall’accoglienza: le paoline passano le loro giornate in libreria e le vincenziane nella casa che accoglie donne e bambini. “Le mie giornate sono tutte spese per i fratelli” racconta suor Daniela, suora paolina . Un’affermazione che potrebbe sorprendere dal momento che tutti sono abituati a vederle dietro il bancone della libreria in piazza IV Novembre. Ma si può fare evangelizzazione vendendo libri? “Il Vangelo lo viviamo e lo spezziamo tutti i giorni proprio accogliendo la gente. Chi viene da noi è sempre alla ricerca di qualcosa e si aspetta di attingere, oltre che al contenuto scritto, a un rapporto umano. Fare accoglienza in questi termini non è semplice perché serve un’at- tenzione speciale. Quando la persona entra in negozio deve sentirsi libera di guardare i libri e allo stesso tempo noi cerchiamo di intuire se ha bisogno d’aiuto e quale può essere la sua esigenza o il suo gusto”. Le paoline si occupano dell’“intelligenza della persona e dell’intelligenza della fede – spiega suor Daniela - . La nostra è una carità fatta non di pane materiale ma di pane della verità, della giustizia, della solidarietà”.

Per suor Antonietta, superiora della comunità perugina, la cosa gratificante del servizio in libreria è “azzeccare il libro giusto per una persona, anche perché i libri aprono alla riflessione più delle immagini ed è lì che entra lo Spirito Santo”. Anche le sorelle vincenziane hanno come tema centrale della loro missione l’accoglienza, seppur con una modalità differente. Dal 1995 gestiscono infatti la Casa d’accoglienza San Vincenzo a Perugia, opera segno della Caritas, nata grazie alla collaborazione col volontariato vincenziano per rispondere all’esigenza di dare una casa alle ragazze madri sole, alle donne senza lavoro e alle donne con figli che subiscono violenza familiare. “Due anni fa – racconta suor Giuliana – abbiamo restituito l’autorizzazione di ‘casa famiglia’ al Comune e aperto un’opera sociale, rinunciando quindi a qualsiasi fondo economico. Questo perché le leggi per la casa famiglia erano troppo restrittive e ci imponevano un certo numero di bambini e di donne, mettendoci così al di fuori del nostro carisma che è l’accoglienza a qualunque donna in difficoltà”. La parte più bella dell’essere una vincenziana, sottolinea suor Maria Elena è “quando la sera le ragazze raccontano la propria giornata ed io le ascolto”.

Accoglienza e ascolto, pur nella diversità vive un unico spirito.

Valentina Russo

Suor Daniela e suor Antonietta

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