Le “criticità” nella requisitoria del procuratore
Più controlli. “Dall’esame della documentazione trasmessa dalla Regione sono emerse criticità su alcuni interventi, che denotano l’assenza di controlli da parte dell’Ente sull’utilizzazione dei fondi assegnati e liquidati. Taluni interventi, infatti, non risulterebbero addirittura essere stati realizzati” con “risorse che, poi, non hanno trovato giustificazione nella realizzazione di investimenti pubblici”. È uno dei passi della requisitoria del procuratore regionale della Corte dei conti, Antonio Giuseppone, il quale, anche in merito all’emergenza postterremoto, scrive che “si evidenziano carenze nei controlli da parte dell’Ente sulla rendicontazione delle somme stanziate dallo Stato e utilizzate dagli enti locali”.
Troppi dirigenti. La Regione ha ridotto la spesa per il personale (in un anno il risparmio è stato 2,1 milioni di euro) ma ci sono ancora troppi dirigenti. I dipendenti con contratto a tempo indeterminato il 31 dicembre scorso erano 1.205, mentre i dirigenti di primo livello erano 62, e 252 quelli di secondo livello. Questi ultimi sono meno che nel 2016, ma per la Corte dei conti “non è adeguata la proporzione tra le posizioni organizzative e il numero del personale in servizio”.
I costi della politica. C’è poi il problema degli “eccessivi costi della politica, legati agli incarichi relativi alle strutture di supporto degli organi politicoamministrativi”.
Persone che vengono assunte - affermano i giudici - “con assoluta discrezionalità” e “senza alcun criterio selettivo”. Per i componenti del Gabinetto del presidente della Giunta regionale, la spesa prevista per questa lagislatura (2015-20) è di circa 2 milioni di euro. “È del tutto evidente, quindi - afferma il procuratore - che il costo sostenuto incide in maniera consistente sul bilancio dell’Ente, ancor di più in un momento caratterizzato da politiche di generale contenimento dei costi, che portano, spesso, alla riduzione di altre e diverse voci di spesa, fra le quali quelle relative all’offerta di prestazioni sanitarie, servizi socioeducativi, ecc.”.
Come risparmiare nella sanità. Più del 75 per cento della spesa annuale della Regione è destinato alla sanità. In questo importante settore l’Umbria è stata scelta dal Governo come Regione di riferimento per la definizione dei costi e dei fabbisogni standard nella ripartizione del Fondo sanitario 2018.
Dunque, una Regione modello. Grazie anche agli efficaci controlli interni sulla qualità e l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie rese dalle strutture accreditate, come riconosciuto dai giudici. La Corte dei conti prende inoltre atto che è aumentata la percentuale di acquisti di beni e servizi con “procedure centralizzate” che permettono risparmi, ma rileva anche che non risulta ancora attivata quella “Centrale unica di acquisti” tra Umbria, Toscana e Marche che consentirebbe di ridurre ancora la spesa sanitaria. Con procedure di gara congiunte tra le tre Regioni si possono infatti ottenere condizioni migliori dai fornitori di medicinali, attrezzature e servizi.
Tutte le partecipate servono? C’è infine la questione delle società partecipate, che da tempo dovrebbero essere ridotte e per le quali la Corte auspica “rapporti più trasparenti”, a cominciare dalla delicata situazione delle aziende trasporti (Umbria Tpl e Mobilità spa) al centro anche di indagini penali. Con l’invito alla Regione a “valutare il perdurante interesse a mantenere la partecipazione in società che, operando sul mercato, non offrano servizi di interesse generale” e ad accelerare procedimenti di liquidazione che durano da anni, con costi che ricadono sul suo bilancio.
E. F.
Il procuratore Antonio Giuseppone