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Cosa significa non esser cittadini nel quotidiano

Le testimonianze di chi vorrebbe, per vari motivi, la cittadinanza italiana, tra sogni, paure, difficoltà e la speranza sempre viva e comune a tutti di un futuro migliore, anche per i figli

“Non è un pezzo di carta a stabilire che sei italiano, ma non averlo comporta delle conseguenze: gite scolastiche all’estero saltate per problemi di visto, impossibilità nel prender parte al progetto Erasmus, non accesso a molti bandi pubblici ecc..”. È questa la testimonianza di Maymouna Abdel Qader , dell’associazione Giovani musulmani d’Italia. “Perchè volere la cittadinanza? - ha proseguito - Ovvio, perchè ci sono nata, è il mio paese”. Si sentono “italianissime” anche le bambine di Houda, arrivata in Italia nel 2007 dal Marocco per raggiungere il marito che già da qualche anno risiedeva a Perugia per motivi di lavoro: “Per le mie figlie, di cui due nate a Perugia ed una in Marocco, la cittadinanza italiana sarebbe una grande opportunità. La più grande, dopo le superiori, vorrebbe andare in Francia per continuare a studiare e sarebbe più facile per lei con un passaporto italiano. Questo vale anche per altri paesi: dopo l’uscita dall’Unione europea della Gran Bretagna, per esempio, andare in Inghilterra con la sola carta di soggiorno non è possibile, ed è una grossa limitazione”. Il problema del poter viaggiare in libertà è molto sentito anche da Sherif, giovane studente di economia all’università di Perugia, originario di Alessandria d’Egitto. Per lui, di fede cattolica cresciuto in una terra di cultura islamica, l’arrivo in Italia ha rappresentato la possibilità di poter manifestare apertamente il proprio credo religioso. “Per questo vorrei la cittadinanza italiana, per rimanere per sempre qui e anche per poter finalmente visitare la Terrasanta. Col passaporto egiziano infatti è praticamente impossibile per via delle guerre che ci sono state fra i nostri Stati”. Sherif si è già informato per poter ottenere la cittadinanza: “Devo attendere fino al compimento del mio decimo anno di residenza italiana, oppure, se in futuro dovessi sposare un’italiana, potrei richiederla”. A San Sisto vive, invece, una giovane famiglia con una bambina di 8 anni proveniente dall’Albania. Il papà della piccola, giunto in Italia a bordo di un motoscafo nel 2002 e stabilitosi poi per lavoro a Perugia, ha già iniziato l’iter per ottenere la cittadinanza, ma non è facile: “Ci sono sempre problemi burocratici coi documenti che rallentano tutto il procedimento” racconta la moglie. “Per questo motivo vorremmo la cittadinanza, per evitare le mille difficoltà che si riscontrano ogni qual volta bisogna rinnovare i documenti”. La bambina, nata all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, sarebbe una candidata ideale per la cittadinanza secondo la nuova legge. Frequenta l’oratorio e la parrocchia di San Sisto, pur essendo la famiglia di fede cristiana ortodossa, ed è perfettamente integrata anche a scuola: “Essendo nata a Perugia, la sua scuola, per errore, le aveva già attribuito una cittadinanza italiana che ancora non ha” racconta la madre.

Valentina Russo

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