SHARE Share Button Share Button SHARE

Della povertà nessuno deve vergognarsi

“Non amiamo a parole ma con i fatti” esclama Papa Francesco citando la Prima lettera di Giovanni nel titolo del Messaggio per la Giornata mondiale dei poveri, che verrà celebrata per la prima volta domenica 19 novembre . Per comprendere che cosa significhi concretamente questa frase, abbiamo trascorso una giornata in una struttura in cui ogni giorno si fa esperienza di vicinanza e assistenza ai poveri, il Villaggio della carità “Sorella Provvidenza” di Perugia. “Il vero aiuto ai poveri afferma Maria Luisa Pecetti , codirettrice del Villaggio - è stare loro accanto , non una forma di assistenzialismo che cala dall’alto, una gentile concessione. Ciò contrasterebbe con un autentico stile di carità, che è condivisione, e i poveri lo percepiscono molto bene. Le persone vengono al Centro d’ascolto Caritas mosse da motivi economici, ma non è questa la loro prima necessità. Hanno prima bisogno di parlare, di raccontare la loro vita e problemi, per questo la prima attenzione che cerchiamo di dedicare loro è quella dell’ascolto. Molte situazioni che affrontiamo sono poi segnate dallo scoraggiamento, tipico di chi perde il lavoro e con esso la dignità. Dobbiamo essere segno di speranza, spesso anche appoggiandoci al loro credo, per ricordare loro che Dio è provvidente e misericordioso. Solo a questo punto veniamo incontro alle necessità contingenti, operando però in sinergia con i servizi di progettualità sulla persona, in modo da non limitarci a pagare la singola bolletta, ma da aprire una strada per il futuro”.

Il Villaggio della carità è una struttura che ospita al suo interno fino a venti famiglie di immigrati, alloggiate in appartamenti condivisi da più di una famiglia.

“Vorrei una casa da sola, certo dice una mamma - , ma ringrazio il Centro Caritas perché ci danno una mano e un tetto. All’inizio chiedere aiuto è stato difficile, ma l’alternativa era rubare, per questo ci siamo fatti forza. Il direttore e sua moglie sono per noi come una famiglia, la cosa più bella che abbiamo trovato qui è il calore umano”. All’interno del Villaggio è presente anche l’Emporio della solidarietà, una realtà nata per la distribuzione di beni di prima necessità a famiglie in condizione di reale difficoltà. Tra i beneficiari, più di un quarto sono italiani. “Le famiglie straniere - raccontano due volontarie - accettano la loro condizione con grande semplicità, chiedono aiuto senza vergognarsi.

I nostri connazionali invece hanno più pudore”. “Nelle case popolari dove abito - fa eco una madre di famiglia dell’Est Europa - ci sono molte famiglie italiane che vivono in condizioni peggiori della mia, ma si vergognano di venire in Emporio, e invece ne avrebbero diritto. Da questa Giornata mondiale dei poveri mi aspetto una maggiore sensibilizzazione e lo stimolo a uscire dalla vergogna”. Attenzione e sensibilizzazione: è questo che si aspettano i protagonisti della Giornata mondiale dei poveri, più che un insieme di iniziative, pur lodevoli. “Ai tanti che si chiedono come possono dare una mano, dico: provate a diventare volontari Caritas! - afferma uno di loro. Non tutti possono prestare servizio al Centro di ascolto, ma il volontariato ha tante sfaccettature. Anche poche ore alla settimana, messe a disposizione, sono preziose. Sembra una frase fatta, ma è davvero molto più quello che si riceve che quello che si dà.

Venire a contatto con la sofferenza profonda delle persone permette di ridimensionare le proprie difficoltà, di vederle sotto un’angolatura differente”.

Federico Casini

Volontari Caritas Intervista a persone che hanno trovato aiuto al “Villaggio della carità” di Perugia. Le loro attese, ma anche i loro consigli alle altre persone bisognose

SHARE Share Button Share Button SHARE