Sull’onda lunga della “Laudato si’”
patti che possono essere pesanti anche per il nostro Paese. Li abbiamo già cominciati a vedere, purtroppo”.
Perché le Chiese, perché adesso?
“Non è vero ‘adesso’. In realtà le Chiese hanno cominciato a prestare attenzione a queste questioni almeno da 40 anni, se guardiamo al
Morandini: “Il mondo è troppo forte per una Chiesa divisa. Avremmo bisogno di Chiese capaci di parlare in modo sinergico, di far convergere i vari carismi ed esperienze in una parola rivolta al mondo”
mondo protestante e al mondo ortodosso. Il mondo cattolico è arrivato con gradualità ma adesso con decisione e forza. La Laudato si’ è stata uno stimolo estremamente intenso, e le Conferenze episcopali stanno rispondendo. Perché le Chiese? Perché la questione ecologica non è una questione politica per la quale possa bastare la scelta di una diversa configurazione istituzionale. E non è neppure una questione solo tecnica per la quale possa bastare una determinata linea di innovazione. È fondamentalmente un problema di trasformazione degli stili di vita, che richiede a ciascuno di fare spazio nelle nostre quotidiane esistenze a quella costante attenzione per la dimensione ambientale. Significa consumare in un certo modo, adottare uno stile di sobrietà e di eco-efficienza, scegliere quei beni e servizi che hanno il minimo di impatto ambientale. E poi promuovere e sostenere politiche ambientali e una gestione sensata dei rifiuti. Se non facciamo questo, andiamo poco lontano. Si tratta di qualcosa che investe i nostri comportamenti - e qui le Chiese, con la loro pervasiva azione ecologica, sono chiamate a entrare in campo come attori assolutamente indispensabili”.
Alla Cop24, cosa possono fare le Chiese?
“È giusto essere preoccupati della dismisura delle forze. Però pensiamo anche alla storia più recente. La Cop24 arriva dopo la Cop21 che certamente non è stato un intervento adeguato all’enormità dell’andamento climatico, ma è pur sempre stato il più ampio intervento che la comunità internazionale ha saputo ottenere. Non c’è dubbio che sul relativamente positivo andamento della Cop21 hanno pesato enormemente i contributi della Chiesa. Ha pesato la Laudato si’ di Papa Francesco. Hanno pesato gli interventi del Patriarca Bartolomeo e del Consiglio ecumenico delle Chiese. Perché allora non ipotizzare che si possano innescare sinergie virtuose, in cui religione e cultura si intreccino e possano andare ad impattare sulla politica? Non lasciamo cadere la speranza”.
Da studioso di tematiche ambientali: che Chiesa sta emergendo?
“Emergono profili di Chiese diversi. Le Chiese in questo momento stanno tutte contribuendo attivamente alla cura del creato, ma lo fanno portando le loro rispettive sensibilità spirituali. Un dato emerge però chiaro: il mondo è troppo forte per una Chiesa divisa. Di fronte ai poteri della politica e dell’economia, avremmo bisogno sempre più di Chiese capaci di parlare in modo sinergico, e di far convergere i differenti carismi e le differenti esperienze religiose e spirituali in una parola rivolta al mondo. Un appello comune in nome del Vangelo per la cura per il creato, la riconciliazione tra i credenti, per la pace nel mondo”.
M. C. B. - D. R.
I danni causati dalla recente ondata di maltempo nei boschi delTrentino