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Famiglia, rapporti di coppia e con i figli: istruzioni per l’uso

L’Azione cattolica della diocesi di Perugia sta promuovendo un ciclo di incontri rivolti al mondo adulto, genitori, educatori, insegnanti.

L’ultimo incontro dal titolo “Abitare la famiglia. Rapporti di coppia e rapporti con i figli” è stato introdotto da Stefano e Rita Sereni dell’Ac della diocesi di Terni. “Le relazioni all’interno della famiglia sono sempre più complesse – hanno detto i relatori - . Questo perché gli attori in gioco non sono solo mamma, papà e figli, ma c’è da considerare anche il clan di origine, la comunità in cui la famiglia è inserita e la società. Prima, quando si parlava di sistema famiglia si faceva riferimento ad un modello unico. Ora invece sono stati individuati più sistemi, da quello mono-genitoriale alla ‘famiglia allargata”. Durante l’incontro non è mancata la parte del confronto tra i genitori, catechisti e insegnanti presenti, molto sentita ed espressa da alcune riflessioni e domande: “Come si fa a prendere decisioni controcorrente quando i figli devono confrontarsi con le decisioni ‘più semplici’ dei genitori dei loro amici e compagni? Come gestire il tema smartphone e social network in mano ai ragazzi? Come si affrontano con i ragazzi determinati argomenti delicati come la sessualità?” E per quanto riguarda i rapporti all’interno della coppia: “Cosa fare quando i genitori non riescono ad accordarsi sulla stessa linea educativa?”. Attraverso i vari interventi, gli adulti intervenuti all’incontro hanno concluso che una chiave di volta potrebbe essere proprio quella di prendere parte ad incontri come questo dove si ha la possibilità di confrontarsi, anche con esperti. Rita e Stefano Sereni hanno indicato alcune piste per cercare di capire meglio che cosa deve essere una famiglia oggi.

1) “Dedicarsi al limite” . Oggi che tutto sembra lecito, bisogna invece capire che non tutto quello che ci piace può essere fatto e ci fa bene. È l’esperienza del limite.

2) “Rimettere a tema la formazione della coscienza”. Il limite si capisce meglio nel momento in cui la coscienza è formata in maniera tale da far distinguere tra bene e male. Attenzione a quando la coscienza diventa il luogo dell’autogiustificazione.

3) “Educhiamoci alla discontinuità” . La nostra società sta attraversando cambiamenti molto veloci, quindi non possiamo pensare di utilizzare gli stessi schemi educativi dei nostri genitori. Occorre cercare nuovi modi di approccio e di dialogo.

4) “Chiudere le ante dell’armadio” .

Sempre più adulti non riescono a staccare dal passato. Sempre più adulti si comportano come i loro figli. La virtù da coltivare è quella della fermezza.

Una volta presa la decisione bisogna essere in grado di mantenere la rotta.

Ne siamo capaci? Siamo bombardati da mille eccezioni e distrazioni ma il bello di essere famiglia oggi è proprio questo. La fermezza è più facilmente esercitata da chi è profondamente convinto del bene che sta compiendo. Chi è fermo è anche capace di derogare alla regola, parte essenziale dell’educare con umanità e affetto.

V.R.

L’incontro per adulti dell’Ac di Perugia

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